Risonanze seducenti (Narrativa) (Italian Edition)


Ue , Smart City. New funding opportunity for transnational proposals. Da un lato, la coesione configura sia un tema chiave delle politiche europee, sia un costrutto del dibattito accademico. Assumendo la coesione sociale urbana come nozione problematica Miciukiewicz et al. Sono stati prodotti documenti, risposte ufficiali, report, azioni di policy, da attori istituzionali e policy makers a tutti i livelli di governo.

The new cycle of the Cohesion Policy in Tali propositi, in parte apertamente contradditori, hanno prodotto un campo eterogeneo di policy con contenuti non sempre convergenti e coerenti. Il recente dibattito avvenuto alla scala europea configura in sostanza la richiesta di sviluppare agende urbane di livello nazionale. Ci si muove da quelle che hanno articolato una vera propria agenda urbana strategica a quelle che non hanno prodotto quasi nulla.

I tre driver sono i seguenti: In questi territori si dispiegheranno i Programmi operativi regionali. In molti contesti pedemontani la geografia della produzione che avevamo conosciuto deve essere riscritta, sia se osserviamo i centri urbani densi, sia se guardiamo le aree di dispersione e diffusione insediativa degli storici distretti industriali.

Dati Orim, Regione Lombardia, , dati provinciali sull'immigrazione straniera http: Dati Unioncamere, Indagine Excelsior, , dati provinciali, http: Dati Osservatorio Start up, Politecnico di Milano, , http: Le azioni di inclusione sociale nelle altre regioni e il sostegno a servizi avanzati e filiere produttive saranno invece oggetto di specifiche linee di intervento dei POR. Rapporto annuale, giugno, disponibile su: European Commission , Cities of Tomorrow: Issues paper, Regional Policy Conference, Feb.

Eighth progress report on economic, social and territorial cohesion. The regional and urban dimension of the crisis, Bruxelles. European Commission c , Urban development in the EU: Journal of the American Planning Association, no. Problematising Urban Social Cohesion: Where have we been and where are we going?

Un caso Elisabetta M. Come altrove, anche a Bellavista si riscontrano interventi volti alla riqualificazione. E che ora deve far fronte alla caduta di entrambi. Del sono le prime case unifamiliari realizzate vicino alla fabbrica che andranno a comporre Borgo Olivetti. Tra il e il vengono realizzate le prime abitazioni del quartiere di via Castellamonte oggi via Jervis. Complessivamente nel progetto iniziale sono stati previsti alloggi per un totale di vani, oltre alla realizzazione di autorimesse esterne o al piano terra degli edifici a stecca.

Le tipologie edilizie presenti sono di diversa natura: La prima fase di costruzione del quartiere si avvale del finanziamento reso disponibile dal secondo settennio del piano Ina-Casa, mentre tra il e il vengono realizzati altri 66 alloggi di cui 12 finanziati direttamente dalla Olivetti e i restanti 54 dalla Gescal.

Gli alloggi progettati e realizzati tra il e il sono , mentre le autorimesse La popolazione residente e il patrimonio esistente Nel quartiere vi sono 1. La popolazione di ceto medio-basso, ancora in locazione, non riesce a far fronte in maniera indipendente ad alcuni eventi come ad esempio la riprogettazione e la rifunzionalizzazione degli spazi interni agli immobili. In questo quartiere, infatti, si osserva una situazione di degrado degli immobili ed una inadeguatezza degli spazi rispetto agli usi: Opera sia sperimentando in modo diretto la realizzazione di nuovi modelli di housing sociale, sia attraverso il sostegno e la promozione di progetti abitativi sviluppati da altri soggetti che operano sul territorio.

Il quartiere ha subito nel tempo uno svuotamento in termini di numero di abitanti. Nel caso specifico di Bellavista i problemi rilevanti sono due e viaggiano parallelamente: Si riscontrano infatti solo interventi puntuali di privati cittadini, di associazioni o di attori appartenenti al cosiddetto terzo settore. Se si considera che la popolazione residente, sovente proprietaria, invecchia progressivamente e vive in edifici e spazi che poco si adattano alle loro nuove esigenze abitative allora sorgono alcune domande.

Come si possono adattare questi edifici e gli spazi collettivi a queste nuove esigenze? Quali relazioni si instaureranno tra le diverse parti interessate residenti, cittadini, istituzioni pubbliche e imprese private? Linee guida per la riqualificazione urbana, Bruno Mondadori editore, Milano. Architettura moderna a Ivrea, Skira, Milano. Che significa essere protetti? Di Biagi a cura di, , La grande ricostruzione. Fiducia e rischio, sicurezza e pericolo, Il Mulino Bologna. Il paper presenta una ricerca in corso1, sulle implicazioni territoriali della crisi economica in Europa.

La crisi economica che si protrae dal , ha inciso profondamente questo territorio: Ma ha anche favorito auto-produzioni di servizi e di pubblico e spinto ad individuare nuove soluzioni a nuovi problemi. Al progetto hanno aderito A. I materiali di questa ricerca, le ipotesi, le esplorazioni condotte da un ampio gruppo di dottorandi di diversa provenienza disciplinare sono sul blog: TP ha indagato le logiche territoriali dei fenomeni di condivisione.

Descrive ogni foglia come diversa dalle altre, nervatura per nervatura, il dritto e il rovescio. Proust come Freud non guarda ai sentimenti, ma ai loro effetti. Li capisce attraverso i segni Deleuze, La ricerca territoriale degli anni 90 ha molto a che fare con il contare gli alberi. In questo modo si esprime il carattere progettuale della ricerca. Sono di seguito elencate alcune delle questioni sulle quali proponiamo di costruire la riflessione.

Cosa significa patrimonializzare un bene immaginato e costruito per rispondere ad un diritto? In secondo luogo questi stessi casi trattano di un processo di normalizzazione dello spazio abitativo. Quindi a uffici studi, direttive, organismi di accreditamento. Due luoghi comuni disciplinari dati ormai per scontati e disinvoltamente dimenticati. Il disfarsi, la stratificazione e la diversa riarticolazione del welfare.

Tutti puntano sul disfarsi del welfare e ve ne sono buone ragioni. Osservato da vicino, tuttavia, lo sgretolarsi del welfare mostra dinamiche non univoche. Entrano con forza in gioco nuove e vecchie retoriche. E ancora, quella in nome di un miglior funzionamento del territorio. Le nuove forme di stratificazione e riarticolazione sono meno chiare: Lo sgretolarsi del supporto industriale. Che cosa chiamiamo supporto?

I temi progettuali che questa questione muove riguardano il tipo di risorsa definito dal supporto industriale urbano: Logiche di colonizzazione di territori non urbani. In condizioni molto diverse del territorio europeo si assiste al ritorno di un antico fenomeno: Nelle dure terre della deindustrializzazion olandese, nelle frange agricole che hanno perso o diminuito il loro potenziale produttivo, nelle valli montane oggetto di antichi spopolamenti.

Ambienti degradati territori ambientali di pregio. Val Maira e Val di Susa sono territori riconquistati. Come avviene la colonizzazione? Dove si insediano i nuovi gruppi? Le logiche di ricolonizzazione riconfigurano sempre un significato e un funzionamento di un. Uno spazio dilatato e potente con una vocazione storica, una dimensione generale. Lo spazio pubblico deflagra, ma per esplosione sociale Banchetti, Si incrinano le gerarchie legate al pubblico che muta statuto entro una ricombinazione tra spazio pubblici differenti che si radicalizzano entro tre principali figure: Cosa accade allo spazio pubblico quando si intrecciano in modo inedito queste tre grandi narrazioni?

Come il progetto si misura con lo slittamento dallo spazio protetto, esibito, accessibile e trasparente a una condizione diversa, fatta di condivisione di momenti simbolici, feste, piccole celebrazioni? Gita a Chiasso Balestrini et all. Nei processi di formazione, sulle riviste, nelle ricerche e nelle discussioni. Riferimenti bibliografici Balestrini N. Critica e teoria, Bompiani, Milano. Critica sociale del gusto, Il Mulino, Bologna.

Cogato Lanza et all. Provincia di Milano Direzione Pianificazione territoriale generale Email: La localizzazione interessa, tra le altre, alcune aree circa A, che possiede gli oltre Si lavora su due fronti: Le varianti sono due: Per quanto riguarda Rho, viene variato il PRG allora vigente.

Il PGT approvato successivamente, con deliberazione di C. Tra ipotesi di esproprio e nuovi scenari di costituzione di New Co. I contenuti della variante urbanistica sono in sintesi: Atto Integrativo promosso con DGR n. Questa impostazione organizzativa e finanziaria, sulla quale si lavora fino a tutto il mese di marzo , subisce in seguito una profonda inversione di rotta alla vigilia delle elezioni amministrative che hanno rinnovato i governi dei Comuni di Milano e di Rho6.

Le elezioni amministrative si sono tenute il 15 e 16 maggio, con turni di ballottaggio il 29 e 30 maggio. A7 che viene quindi costituita il 1 giugno, inizialmente con la sola partecipazione regionale. Deliberazione Giunta Regionale n. Smart evaluation and planning. Tale processo di valutazione non intende sostituirsi alle procedure valutative per legge obbligatorie ma si pone quale azione conoscitiva istituzionale volontaria di aiuto alla costruzione delle decisioni di programmazione dei processi territoriali di trasformazione e sviluppo.

Si tratta di un insieme di indicazioni non prescrittive che costituiscono un set di codici etici finalizzati alla promozione di politiche territoriali di sviluppo che pongano al centro azioni di valorizzazione del territorio e del paesaggio. Tale forma di gestione cooperativa - ispirata alle esperienze pionieristiche americane e britanniche del Business Improvement District BID - consente di promuovere nei territori della Provincia azioni diversificate di sviluppo e valorizzazione locale.

Riferimenti bibliografici Alexander E. Evolution and Prospects, Ashgate, Aldershot. Archibugi, Teoria della pianificazione, Alinea, Firenze, pp. Research, theories and controversies. Qualche considerazione su progettazione integrata e Agenda urbana nel nostro paese Claudio Calvaresi. Il processo di costruzione della nuova politica di coesione ha visto delle interessanti innovazioni di metodo. Luci e ombre riguardano i due programmi nazionali fondamentali che riguardano lo sviluppi territoriale: Premessa Questo paper si occupa di due aspetti: Sul primo aspetto, prova ad avanzare qualche considerazione sul tema della progettazione integrata.

Questa posizione ha indubbiamente un vantaggio: Cosa abbiamo di sbagliato? Il paper suggerisce allora di fare un tentativo, provando ad affrontare alcuni limiti di metodo che la stagione della progettazione integrata in Italia ha messo in evidenza. Per quanto riguarda la dimensione sostantiva, il paper, tenendo conto delle condizioni di programmazione, identifica questioni di policy su cui lavorare.

Per fare questo, il paper prova a rispondere alla seguente domanda: Sono troppi e troppo diffusi i suoi fallimenti, nelle politiche di rigenerazione urbana come in quelle per la promozione dello sviluppo locale intraprese negli ultimi, per far finta di niente e continuare a sostenere che si tratta di un approccio fertile.

Inoltre, occorre considerare che il dibattito italiano va nella opposta direzione rispetto a quello europeo: Un approccio integrato che funziona dovrebbe garantire connessioni sostantive tra questioni diverse, attivare ambiti di interazione multipli nei processi di sviluppo locale, e sinergie tra questioni, tempi, esiti e risorse. Oggi, abbiamo una nuova chance: Alcuni punti di attenzione per una agenda urbana italiana 1. Lo stesso impulso che pure era stato dato al CIPU solo qualche mese fa sembra essersi smarrito. Si sta muovendo qualcosa sul fronte della costituzione di un centro di competenza nazionale sul tema delle politiche urbane, che potrebbe diventare un interlocutore interessante sul fronte della costruzione di quadri conoscitivi e di disseminazione.

GIOVANNI FONTANA

We cannot and should not ignore the patristic commentaries that are much older than these Greek Mss. Il nuovo ciclo di programmazione economica europea chiede infatti che dai territori nascano grandi progetti integrati, frutto di accordi tra i diversi stakeholders del panorama urbano. La popolazione residente e il patrimonio esistente Nel quartiere vi sono 1. So, his coming into this world is parallel to his Incarnation. Pianificazione strategica che nasce in ambito aziendale.

Le linee di indirizzo strategico degli OT appaiono largamente condivisibili: Come intendono trattarne gli aspetti negativi e invertire la rotta? Le lezioni apprese in che modo influenzano il nuovo ciclo? Nel Pon Metro non vi sono indicazioni che invitino a costruire connessioni tra azioni appartenenti a diversi Obiettivi Tematici.

Discorso diverso per la strategia Aree Interne, che invece ai dispositivi di management del processo piattaforma di scambio tra soggetti, federazione dei progetti dedica attenzione e affida molte delle sue speranze di successo. Gestori e beneficiari avrebbero a disposizione dei dispositivi che invitano a mettere a fuoco gli spazi, prima che i settori di policy.

Presentava due elementi importanti, con riferimento alle questioni sollevate da questo paper: Su questo conviene soffermarsi: Riferimenti bibliografici Barca F. Archivio di studi urbani e regionali, no. Un ciclo politico al tramonto. Obiettivi europei, questioni locali: Nondimeno, gli esiti che tale assimilazione programmatica ha generato sul piano concreto degli interventi appaiono spesso ancora incerti.

Le politiche di social housing in Italia sono emblematiche in questo senso: La matrice europea del discorso sul social housing: La declinazione locale delle politiche: Riferimenti bibiografici Bifulco L. Temi e prospettive emergenti, Carocci Editore, Roma. Spunti dal e per il territorio lombardo, Guerini e Associati, Milano.

Critical Perspectives on governance and power, Routledge, London. Le politiche del territorio sono inevitabilmente legate a questo tipo di sviluppo locale, ove produzione e welfare sono radicalmente connesse e generano azioni di governance da sempre condivise. La crisi economica, qui particolarmente incisiva, mostra la profonda trasformazione di questa organizzazione e il venir meno di questo legame tra produzione e servizi. I materiali di questa ricerca, le ipotesi, le esplorazioni e i primi risultati sono sul blog: Disfarsi La lunga tradizione di studi su Biella individua delle origini antiche per questo distretto, finanche medievali Maitte, La stretta relazione tra industria e welfare, come detto, si inaugura con le grandi infrastrutture costruite dagli industriali nel primo Novecento.

Ma anche scuole, asili, istituti di formazione. E ancora alberghi, stazioni sciistiche, parchi, piscine, ospedali, cimiteri. Possiamo facilmente immaginare un aumento costante di case sfitte, di territori abbandonati, di radicale dismissione degli spazi. La dismissione dei luoghi del lavoro o la loro drastica minorazione ha causato anche un ingente problema sociale: I due settori trainanti del Biellese sono da sempre quello tessile e quello edile.

Riproducendo dinamiche rilevabili lungo tutto il territorio italiano Censis, , anche nel biellese sono essenzialmente le famiglie a farsi carico dei servizi che sono venuti meno. Si assiste a un progressivo e costante dilapidamento dei patrimoni familiari. Si tratta di iniziative molto potenziate negli ultimi anni, a volte molto circoscritte e localizzate, altre volte costituenti veri e proprie reti territoriali.

Si tratta di un piano quinquennale, guidato dalla Caritas, che comprende il Comune, il Cissabo Consorzio dei Servizi Socio-Assistenziali del Biellese Orientale , il Centro servizi Volontariato, alcuni enti privati. Da qui partono molto spesso iniziative importanti e progetti di ordine culturale e sociale di rilievo per il territorio comunale. Anche qui, tranne nel caso del piccolo comune di Veglio, si tratta di soggetti non istituzionali. Il successo di queste iniziative non pare essere per ora decisivo. La situazione finora descritta ci mostra un biellese completamente diverso da quello che si poteva osservare anche solo una decina di anni fa.

Forte di un osservatorio sociale, la Caritas immagina e costruisce altre reti in cui gli attori principali sono talvolta le cooperative, talaltra i consorzi, altre volte ancora soggetti privati come la fondazione Pistoletto. Risulta evidente che le immagini di futuro che si possono esprimere debbono determinarsi guardando alla vecchia struttura pensando tuttavia alla nuova stratificazione e riarticolazione.

Riferimenti bibliografici Bonomi A.

  • El Fracaso del Transantiago (Spanish Edition).
  • ?
  • The Sugar List: 101 Ways to Explore the Sweet Side of Life!

Indagine sui territori della crisi, Einaudi, Torino. Con tale procedura si individuano le aree metropolitane di Trieste, Cagliari, Catania, Messina e Palermo1. I contenuti della L.

Esso definisce i ruoli e le competenze degli enti locali, conferma le aree metropolitane della L. La Riforma del Titolo V del conferisce rilevanza costituzionale alla Aree metropolitane art. Per adeguare il DLgs. Il combinato disposto della sospensione e della mancata conversione del D. Coincide con quello della provincia soppressa. Secondo quanto contenuto nel disegno di legge, Regioni e Comuni saranno gli unici livelli amministrativi ad elezione diretta, mentre le Province saranno trasformate in Enti di Area Vasta con meno funzioni e senza personale politico eletto.

Al fianco degli Enti di Area Vasta saranno istituite le Aree Metropolitane per amministrare le aree urbane strategiche. Infine, sono previste unioni e fusioni per i Comuni con meno di Il dibattito che ne consegue pone in evidenza tutte le contraddizioni del processo di governance territoriale. Con particolare riferimento al settore amministrativo, tre sono i punti rilevanti: Il Consiglio regionale ha approvato il provvedimento di modifica dello Statuto speciale cancellando le Province e declassandole in una fase intermedia a enti di secondo grado.

Il Consiglio regionale ha approvato il D. L Costituzionale per la modifica dello statuto speciale e l'abolizione di tutte e otto le province. In riferimento al tema dei servizi, il D. Delrio tenta di risolvere il conflitto latente tra province e unioni di comuni sui modelli gestionali da adottare19 proponendo una distinzione tra: A tal proposito si v. Anche se il D. Costituzionale approvato dal Consiglio della Regione Sardegna n. Questo significa che tali enti vanno considerati alla stregua di figure di rilevanza statutaria, e quindi di rilevanza costituzionale, essendo lo Statuto della Sardegna, in quanto regione speciale, adottato con legge costituzionale.

PUM del Comune di Cagliari. Tali strumenti, infine, hanno consentito un evoluzione particolare della governance metropolitana introducendo il Forum dei Sindaci equiparabile alla conferenza metropolitana del decreto Delrio , il Tavolo tecnico intercomunale coordina i tavoli territoriali , i tavoli territoriali d'area coordinano i diversi piani comunali tra loro e rispetto al piano strategico , i tavoli tematici delineano le azioni di piano settore per settore In tal senso, il D.

In che modo coinvolgerli nel dimensionamento di piano e nella conseguente definizione delle aree destinate a servizi? Riferimenti bibliografici Alulli M. Governo impugna la legge sull'abolizione delle province. Per una ricapitalizzazione efficacemente co-creativa dei sistemi territoriali italiani Luciano De Bonis.

De Bonis , , Si tratta evidentemente di un approccio top-down, tipico degli ambiti di politica industriale, per esempio di buona parte dei programmi di ricerca quadro ora Horizon o dell'Agenda Digitale, ma anche della gestione della stessa European Network of Living Labs ENoLL. Il modello si attua principalmente tramite interventi in ambiti normativi e regolamentari, incentivi fiscali o finanziamenti diretti di specifiche iniziative.

Si tratta di un approccio di tipo bottom up, basato sul presupposto che l'innovazione sia strutturalmente intrinseca ai processi partecipativi multi-livello. Necessita quindi sperimentare nuove pratiche e soprattutto politiche di integrazione che rinuncino alla pretesa di guidare il cambiamento della struttura sociale, economica, culturale ed ambientale, e che partano o che si fondino su modelli esistenti e di successo di interazione sia in senso economico-sociale sia in senso spaziale e quindi infrastrutturale. Solo in un secondo momento le istituzioni intervengono per dare il loro contributo e per rendere possibile il sostegno di capitali privati esterni ai contesti.

Ma le grandi operazioni urbane dal tipo delle Olimpiadi, degli Expo, ecc. Riferimenti bibliografici Albrechts L. Quale conoscenza per l'azione territoriale, Franco Angeli, Milano. On the edge of the millenium. Mutamenti, nuovi soggetti e progetti, pp. Knowledge, Innovation and Sustainability: Collaboration and the knowledge economy: Thinking in action, Abingdon and New York, Routledge. Lo spostamento dei mercati verso oriente ha prodotto un generale riassetto del sistema infrastrutturale nazionale ed europeo. Si tratta di un nuovo criterio per allocare risorse che pone al centro la costruzione di territorio attraverso strategie multilivello e integrate.

Dai Sistemi turistici e dai Sistemi insediativi territoriali si derivano al contempo strategie di sviluppo locale e regionale in una logica pan-europea. Figura 1 A sinistra: I paesaggi abitati; in alto a destra: I poli urbani maggiori; in basso a destra: I poli urbani minori e la rete dei borghi Di Ludovico, Properzi, Santarelli Tale interpretazione ha portato a concentrare sulle aree interne le risorse finanziarie finalizzate alla tutela ed a progetti di protezione ambientale, e sulla costa e nelle principali valli del pettine, ed in particolare sui Poli urbani maggiori, le risorse finanziarie finalizzate, quasi esclusivamente, allo sviluppo industriale ed insediativo Di Ludovico, Properzi, Santarelli Riferimenti bibliografici Choay F.

Questo contributo si propone quindi di ricostruire alcuni effetti spaziali locali della crisi e di riflettere su possibili strumenti e strategie per stimolare condizioni di rinnovamento. Debolezze e incertezze di una transizione terziaria incompiuta: Figura2 Il mix funzionale dei progetti norma previsti dal PRG Un itinerario di analisi e proposte, Mondadori, Milano. Il piano e i progetti, Grafo, Brescia. I territori della decrescita sono stati soprattutto i territori montani e alto-collinari.

Per tale griglia si individuano i quattro sottosistemi di riferimento del sistema urbano: Si specificano gli obiettivi generali tracciati per ciascun sistema di riferimento:. I fenomeni rigenerativi che si verificano nell'ambito del mondo vegetale vengono considerati con una certa naturalezza: A tal proposito si parla anche di sviluppo sostenibile. Sinonimi di resilienza sono: Le lettere che danno il nome a questa tecnica non sono altro che delle iniziali: La prima lettera sta ad indicare gli eventi negativi, che non possono essere controllati.

La terza lettera del modello sta ad indicare le reazioni fisiche agli eventi. A differenza delle reazioni consequences , gli effetti derivano dalla messa in discussione delle convinzioni. Nel nome della resilienza significa dunque porsi continuamente una domanda di fronte agli accadimenti: Analogamente per il sistema urbano si possono individuare delle variabili, che possono essere suddivise in: Figura 2 Andamento della popolazione residente del comune di San Gregorio Magno dal al Realizzazione di una villa comunale e di un centro sociale Individuazione e perimetrazione dell'ambito di consolidamento.

Una politica che fissi le condizioni locali per lo sviluppo energetico e regole chiare per l'identificazione, negli strumenti di pianificazione, di arie eleggibili per la realizzazione degli impianti. La definizione di tali aree vuole essere un primo passo per gestire la realizzazione degli impianti eolici, per evitare la loro proliferazione al di fuori di una qualsiasi logica ambientale, urbanistica e infrastrutturale.

La diffusione di opportune forme di coordinamento nelle politiche di promozione, accompagnata da alcuni importanti interventi di riqualificazione urbana e di realizzazione di idonei insediamenti turistici, potrebbe essere la strada da seguire per far assurgere la dimensione turismo ad elemento qualificante dello sviluppo delle aree interne, contrastando in tal modo anche gli attuali diffusi fenomeni di marginalizzazione. Riferimenti bibliografici Cancelliere A.

Istituto Nazionale di Statistica , Annuario statistico italiano , Roma. A bridging concept or a Dead End? Cibo, gioco, festa, moda, Utet, Torino. Abstract La crisi economica internazionale ha determinato la riorganizzazione e il riequilibrio complessivo di dinamiche e pratiche di gestione urbana e territoriale. Attori coinvolti, ruoli, strumenti giuridici ed economici alternativi a quelli tradizionali sono gli elementi basilari di tali trasformazioni.

Sono dunque necessari strumenti strategici e multidisciplinari, per intervenire contemporaneamente sui diversi livelli della crisi. Il principio di fondo del. Crowdfunding e senso identitario: La presa di posizione e le iniziative che nascono 'dal basso' sono espressione di un diverso approccio alla vita urbana e di un nuovo modo di pensare.

La crisi coinvolge dunque questioni etiche e di valore prima ancora che economiche e finanziarie Bonafede e Lo Piccolo, a, b, ; Lo Piccolo e Thomas, In tale contesto, la dimensione ideale per la messa in pratica di processi partecipativi e di pratiche come il crowdfunding civico risulta essere il quartiere, in quanto elemento costitutivo della struttura urbana, luogo di mediazione tra dimensione privata e pubblica de Certeau, Giard, Mayol, Resistenza all'individualismo e al neoliberismo imperanti.

Resistenza alle derive pseudo-pubbliche. Da un punto di vista strettamente pratico, infatti, risulta evidente che coinvolgere i semplici cittadini piuttosto che i facoltosi imprenditori o i finanziatori esteri comporta la drastica riduzione delle entrate costituite dalle donazioni. Si tratta in pratica di destinare una porzione del.

Queste sperimentazioni alimentano il fermento culturale italiano e potrebbero rappresentare un nuovo elemento di orgoglio nazionale. In Italia possiamo rintracciare vari esempi, tra cui alcuni casi emergenti: Ad oggi sono stati raccolti per il suo restauro La ricompensa dipende dalla quota versata: Si prevede il raggiungimento di 1.

Diversi altri esempi si possono ritrovare nella piattaforma, e tutti hanno la stessa struttura. Cambia il progetto, ma il metodo resta lo stesso. Infine per una maggiore garanzia di trasparenza preferiremmo utilizzare per il meccanismo di crowdfunding civico la piattaforma www. In questo modo potrebbe essere garantita la. Riferimenti bibliografici Allegretti G. Habiter, cuisiner, Gallimard, Paris. Lo Piccolo and H. Thomas Eds , Ethics and Planning Research, pp. Al concetto di territorio inteso come atto di espressione dei diversi milieux che lo abitano Deleuze G.

I sobborghi e le zone adiacenti vennero trattati come meri oggetti facilmente modellabile. Ancora oggi si osserva un approccio settoriale nella pianificazione urbana. Come il piano Albertini, il Piano di Governo del Territorio proposto dalla Giunta Moratti propone uno scenario inverosimile di crescita senza misura.

Tale energia, generata da pratiche di resistenza alla dissociazione, produce metamorfosi urbane diffuse spesso impreviste e inattese P. Negli ultimi anni assistiamo a diversi fenomeni di riappropriazione degli spazi urbani con diverse declinazioni. Emblematico il caso del quartiere Isola-Garibaldi.

Un gruppo di persone, residenti e lavoratori del quartiere o semplicemente interessate alle forme di partecipazione attiva alla vita di quartiere, si occupano di spazi pubblici, questioni urbane e relazioni tra cittadini. La pressione delle istituzioni per un progetto urbano non voluto dagli abitanti del quartiere, ha portato a conseguenze inattese. Boatti, e si trasforma. Tanto quanto le trasformazioni determinate dalla pianificazione urbana istituzionale, i dispositivi di coesistenza partecipano alla metamorfosi del territorio.

La Commissione Europea ha adottato alcune proposte legislative per la politica di coesione Un approccio incerto diventa un passaggio essenziale per sostenere uno sviluppo integrato consentendo un processo di rigenerazione urbana condiviso. Una visione patrimoniale del territorio richiede un apporto consapevole e attivo degli abitanti e dei produttori che lo vivono. Tale approccio porta a una percezione alternativa del sistema urbano. Il valore di un territorio, patrimonio e memoria storica, essenza dei luoghi, nasce dalla stratificazione lenta e costante dei secoli.

La componente umana e quella ambientale contribuiscono in maniera determinante alla costruzione del tale valore. Tale dinamica attribuisce al concetto di scala la ricchezza del concetto di relazione. Riferimenti bibliografici Arcidiacono A. Ethique, Editions du Seuil, Paris. I benefici offerti dagli ecosistemi, vitali per il benessere e lo sviluppo economico e sociale futuro, si possono suddividere in due macro categorie: The Economics of Ecosystem and Biodiversity.

Il passo successivo ha portato alla ricerca di partner enti pubblici e privati che fossero in grado di sviluppare delle strategie adeguate. Queste partnership coinvolgono enti a diversi livelli rendendo possibile anche avere dei risvolti progettuali a diversi livelli e potendo quindi aggiungere valore alla visione globale del progetto. I dati risultanti dovrebbero confluire nel processo di elaborazione delle politiche e nella gestione locale delle risorse naturali. Le GI possono contribuire a migliorare diversi aspetti della gestione urbana, in quanto rafforzano gli ecosistemi e di conseguenza i servizi da essi supportati ambientali, sociali ed economici.

Tale politica svolge un ruolo essenziale nel favorire il passaggio a investimenti destinati alla costruzione di una crescita intelligente e sostenibile mediante azioni volte a risolvere problemi climatici, energetici e ambientali. Gli assi strategici formulati, dovranno delineare raccomandazioni pratiche, 7. DG Environment, European Commission.

In secondo luogo ponendo l'accento sulla conservazione e la massimizzazione del potenziale dell'ambiente naturale. Riferimenti bibliografici Ajuntament de Barcelona , Barcelona green infrastructure and biodiversity plan Biodiversity in the City of Lisbon: Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo del 22 novembre Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni: Convention on Biological Diversity, http: Ecosystem Services in Urban Management.

Department of Economic and Social Affairs. Green Structure and Urban Planning. I modelli che verranno analizzati sono quelli di Genova, Torino, Milano e Bologna. Agenda Urbana nazionale, smart City, cambiamenti climatici. Tale crisi si riscontra nel fallimento di gran parte dei modelli di gestione economica e di governance fino ad oggi utilizzati nelle aree urbane. Le definizioni sono numerose e talvolta in contrasto tra loro. Ulteriore chiarezza circa cosa sia una Smart City proviene dai bandi Horizon che dedicano ampio spazio al tema.

Leggendo le call esplicitamente dedicate alle tematiche urbane, emergono con forza per la prima volta alcuni aspetti operativi specifici della Smart City. I modelli di governace ideati ad hoc per dirigere il processo di crescita di una Smart City possono essere sintetizzati in due grandi famiglie: I Tavoli di discussione tecnici, reperimento fondi, discussione sono il luogo del coinvolgimento degli stakeholders.

Seguendo anche le linee guida contenute nel documento in discussione per la definizione di una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, la pianificazione territoriale dovrebbe attivare strategie in grado di: Riferimenti bibliografici Ambrosetti , Smart Cities in Italia: Cassa Depositi e Prestiti , Smart City. Progetti di sviluppo e strumenti di finanziamento. Impacts, Adaptation, and Vulnerability.

Abstract Per i comuni in Italia si profilano maggiori compiti e minori risorse. Comuni al centro Maggiori compiti e minori risorse si profilano per i comuni in Italia, singoli o in rete. Questo contributo invita a discuterne a partire dalle politiche temporali urbane, nate in Italia e debolmente imitate in Europa. Alcuni enti realizzano politiche temporali specifiche come a Lione, Parigi, Belfort e Poitiers Rochman, Tremblay, ; altri riconoscono caratteri temporali nelle pratiche di pianificazione e gestione urbana, ad esempio Digione.

Il primo versante delimita le politiche temporali urbane. Molti possono essere gli esempi. Gli usi temporanei sono un tema cardine del documento strategico per Berlino , ma anche per studi sperimentali di geografia a Gorizia e Nova Gorica. Il 5 luglio la Giunta comunale, con deliberazione n. Il programma di lavoro prevede tre fasi: Un approccio strumentale ha motivato la scelta e definizione dei possibili temi di intervento e proposte di progetti su cui sviluppare il Piano: Le tre reagiscono sia rispetto ai singoli soggetti sia al territorio fisico7.

Sono gli esiti del monitoraggio8 che confermano le ipotesi di una combinazione delle tre componenti rispetto a contesto urbano e singoli dipendenti agili. Riguarda settori diversi, con un bacino complessivo di circa Sebbene la proposta riguardi Milano, la risposta rimarca un territorio legato alla regione urbana milanese e oltre. Non meno significative sono i vantaggi per le imprese, la cui restituzione esula dal presente contributo. A riguardo si rimanda ad una sintesi Mapelli, delle ricerche empiriche condotte da anni nei paesi di lingua anglosassone.

Secondariamente, il trattamento degli orari e dei luoghi di lavoro come tema esplicito e diretto di una politica pubblica rispetto al suo impatto sul territorio, sebbene sia da sempre un tema delle politiche temporali urbane, spesso era rimasto sottotraccia. Riferimenti bibliografici Arena G.

GIOVANNI FONTANA'S POETRY

Studi sul cambiamento organizzativo nella pubblica amministrazione, Angeli, Milano, pp. Comune di Bologna , Bologna. Leggere il nuovo piano urbanistico. A cura di B. Comune di Milano e Amat, , Gli esiti della Giornata del lavoro agile. Una sperimentazione del Piano territoriale degli orari, http: Dente B, Bobbio L. Ministry of Social Affairs and Employment, Dpt.

Politiche del tempo urbano in Italia, Angeli, Milano. Processi socio-economici e sviluppo urbano Nella maggior parte delle economie avanzate i sistemi urbani stanno subendo una profonda trasformazione. Post-metropoli e nuove dinamiche socio-economiche Con il testo Postmetropolis pubblicato in edizione originale nel , Edward W. I nuovi processi di urbanizzazione sono permeati dalla globalizzazione.

  1. !
  2. GIOVANNI FONTANA'S POETRY.
  3. .
  4. Schulische und außerschulische Lernorte im dualen System (German Edition).
  5. ?
  6. Boy Vs Beast Border Guard Battle Files: Air!
  7. .

Gli studi urbani sono, infatti, multilivello e prestano attenzione al contesto ed al ruolo di fattori strutturali e istituzionali Scott, Riferimenti bibliografici Castells M. Stile di vita, valori e professioni, Mondadori, Milano. Encountering the City, Routledge, London]. L'economia sociale delle metropoli, Il Mulino, Bologna. Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali Email: The Ignored Challenge, Bruxelles Brunori, La ri -costruzione sociale del paesaggio nella campagna contemporanea. Processi, problematiche politiche per uno sviluppo rurale sostenibile, in La gestionedel paesaggio rurale tra governo e governance territoriale.

Maragon, Franco Angeli, Milano Che fine ha fatto la riforma? I temi da affrontare riguardano quattro grandi visioni: Ma a Matera sopravvive ancora, malgrado i processi di progressiva terziarizzazione, una forte componente rurale che negli ultimi anni ha registrato un cospicuo incremento di addetti al settore primario orientato anche sulla erogazione di servizi7. I dati presentano alcuni indizi di un certo interesse: I nuovi addetti nel sono collocati in gran parte nel turismo: Si registra, infine, un piccolo ma significativo aumento in agricoltura e questi dati controbilanciano la perdita di occupazione a Matera nei settori industria, costruzioni e commercio.

Rappresenta la principale causa di scomparsa delle terre agricole francesi, mentre gli spazi naturali, per la loro parte, vengono meglio protetti e tutelati. Per questo motivo, malgrado la moltiplicazione di aree protette, il consumo di suolo agricolo sembra non arrestarsi sul territorio francese. In queste condizioni il desiderio di costruire degli alloggi, spesso completamente legittimo, si manifesta nella ricerca di una briciola disponibile alla vendita e di un accordo finanziario adeguato. Per rispondere a questa logica, il suolo selezionato deve essere piano e di un solo proprietario: Crescono le industrie creative, e la stessa cultura anche attraverso il turismo.

New Challengesfor Agricultural Research: Urbano rurale ecologia, Donzelli, Roma. Processi, problematiche politiche per uno sviluppo rurale sostenibile, in Brunori G. Urban and digital agenda: Abstract In the framework of the EU-level debate on the link between Urban and Digital we highlight some possible misinterpretations to be avoided when transferring these reflections into regulations and guidelines at the level of the Italian Urban Agenda. In particular, we propose a new way to look at cities, free from the constraints of the mainstream urban and planning theory, which takes them as real-life experimental laboratories for reconceiving city making and the concept of digital innovation itself.

This latter intended as real, radical change, not simply assured by the ICT endowment of smart cities and communities, but also requiring the enabling of lively and collaborative learning environments, whereby new socio-digital infrastructures are built on the top of new forms of governance, participation and democracy. Out of the simple superimposing of a technological layer to the existing physical or communitarian one, but rather through the exploration of a number of possible development opportunities emerging from collective learning in Smart Cities, consistently with a conception of urban environments as immense and promising laboratories, where innovation is co-created and the immanent intelligence of the urban is revealed by ICT, rather than installed or simply ICT-enabled.

And, last but not least, where a renovated perspective of sustainability focuses on longer-term social revenues from innovation policy, according to a much broader perspective, although however profitable, than that one of shorter-range yields of accruals in urban infrastructure. However, in the past three years now, and due to a variety of factors, including an increased awareness of the role of cities and of the power of citizens in addressing global challenges and enabling the achievement of broader policy targets, the need has emerged for a more structured integration of urban and regional development themes, to be achieved within the framework of the new programming period The DAE contains specific policy actions, aimed at achieving 13 specific goals, grouped around seven priority areas: Digital single market; Interoperability and standards; Trust and security; Fast and ultra-fast Internet access; Research and innovation; Digital literacy, skills and inclusion; and ICT-enabled benefits for the EU society.

However, none of the key policy documents that could be mentioned in association to the second strand — even those explicitly aimed at increasing the consideration of cities as playing a major role in support of Europe targets — have tackled the issue of developing a structured framework for the UAE, with defined priorities and action lines, as yet. The necessity for this framework has been recently put forward by a group of Member States led by Netherlands and Belgium, but notably including the four EU Presidencies of , namely Greece, Italy, Latvia and Luxembourg and received support by the Directors-General responsible for urban development in the Member States Greek Presidency, Key elements of a european urban agenda Based on existing pieces of EU legislation, we can anticipate that an Urban Agenda for Europe should at least be operationalized according to the following principles: More and better integration of local authorities and civil society in the implementation process of Europe as well as in all decision-making stages of the new cohesion policy , from programme design to execution and evaluation; 2.

Delivery of traditional and innovative ways of networking, exchange of experiences and best practice sharing among and across leading European urban development players. This should particularly promote networking activities for European cities and the follow-up to ERDF-funded projects, such as those collected in a recent good practice study by DG Regio These will aim to promote innovative and transferable approaches and solutions in the field of sustainable urban development, for all thematic objectives of cohesion policy.

Integration should not only take place across thematic objectives and sectorial priorities, but also through bundled funding from different priority axes and programmes e. Finally, the intermediate body to carry out the management and implementation of ITI can be an EGTC17 or other similar legal body, which creates the possibility to combine actions financed from ETC18 and from the Structural and Investment Funds. One of the ESF investment priorities under the Promoting Social Inclusion and Combating Poverty Thematic Objective 9, CLLD consists of a development model that mobilises all the key players from a deprived area into a collaborative partnership to increase employment and overcome disadvantage.

In rural areas, CLLD has already been in place during the previous programming period as the http: European Grouping of Territorial Cooperation.

Vocalità , scrittura e tecnologie

In urban areas, it is recommended that the physical and economic regeneration activities supported by the ERDF should go hand in hand with the ESF actions aimed at promoting the social inclusion of marginalized groups. Connections with the European Digital Agenda While the ITI or CLLD supported projects in urban areas may well include low-carbon investments, energy efficiency in public buildings, social housing, urban regeneration, reduction of air pollution, and clean urban transportation, an interesting connection to the DAE is the possibility of using the European Structural and Investment Funds to accelerate the take-up of ICT, broadband, eCommerce and eGovernment at local level.

Such growth can materialise in two main ways: Additionally, the development of a Strategic Policy Framework for the implementation of DAE goals at national and regional level is one of the ex-ante conditionalities applying to the new programming period of Structural and Investment Funds. We can therefore summarize the current outlook of policy planning and programming at urban and regional level in the following manner.

The ITI can be used as an instrument to attain some of the DAE goals in terms of local infrastructure and territorial innovation, while CLLD and Smart City pilot experimentations clearly can combine social with technological innovation at different territorial scales.

Apart from Structural and Investment Funds, direct EU driven initiatives such as the European Innovation Partnership and Horizon can also be invoked to promote and financially support these experimentations. Taken together, the broad set of actions above is meant to stimulate a virtuous circle of investment in and usage of digital technologies, with a decisive role attributed to the urban and local level.

The underlying focus on innovation links the urban with the digital agenda in a way that challenges the conventional wisdom on cities. After 16 years the role of technologies is far different and more promising: European Agricultural Rural Development Fund. In terms of scope, objectives and ideal, the vision of the European city of tomorrow that emerges from this picture is: Within this framework, operational questions to be answered include: Examples of such experiments include: Can the former promote a broadened concept of Smart City, which also includes social and environmental aspects, in addition to the digital ones, and therefore the development of an enabling infrastructure for socio-digital innovation?

Can the latter be seen as an alternative instrument of governance that makes room for public sector innovation through better engagement of and more collaboration with citizens and local communities? The main action lines of IDA implementation25 are inspired by the priorities of the homonymous flagship initiative of the Europe strategy, and involve the domains of Digital Divide, e-Identity, e-Administration, e-School, e-Health, e-Justice, e-Payments and e-Invoicing.

He says that the plural relative pronoun, with which v. It is found in P66, P77 and in Origen. He says that in the beginning there was no relative pronoun, and the verb was singular evgennh,qh. Later on, a rel- ative pronoun was introduced for a philological motive i. The verb being singular was considered to be ambiguous. So, the verb form was brought into line with the pro- noun by rendering it evgennh,qhsan due to the strong influence of 1 Jn 5: The Church Fathers attacked the Gnostics and Manicheans for having changed the singular into the plural.

Some other Church Fa- thers, like Irenaeus and Justin, failed to quote the first phrase of the verse, probably for the following two reasons: Hofrichter, this verse Jn 1: Moreover, there is a tex- tual, contextual and metrical relationship between v. Apart from his doctoral dissertation, he has also published more about the theological meaning of v.

II, Atti della Denis. He has published many writings on the textual problem of Jn 1: His arguments are very methodological, precise and highly theological. He derives from the singular reading of Jn 1: According to him, Jn 1: Vicent Cernuda A. Vicent Cernuda has done some very scholarly research on the textual problem of Jn 1: Mary in the Mystery of the Cove- nant St. His main arguments in favour of the singular reading are based princi- pally on the writings of Ignatius, Justin and Iraeneus. According to him, the Gnostics opposed the teaching of Ire- naeus and transferred the exegesis from the Christological field to the divine birth of the Spirituals.

At the end of the second century, the plural came into common use, because it was useful for orthodoxy, while the old singular reading looked like a hierogamy. The text that we have in plural reading is nothing but the corrupted form of the original singular reading. Although he accepts the singular as the orig- inal reading, he objects the temporal birth of Jesus in Jn 1: Mees is in favour of the singular reading but is not against the plural reading.

He says that from textual point of view, both the readings are equally valuable because we find both in the writings of the Church Fathers. Serra has published many articles and books on the Mariol- ogy of the Fourth Gospel. We cannot and should not ignore the patristic commentaries that are much older than these Greek Mss. Looking at this problem from geographical point of view, he says that the singular was the most popular reading and was very widespread in a vast geo- graphical area such as Syria, Egypt, North Africa, Rome and Gaul.

Sabugal Jn 1: The author says that the three negations found in Jn 1: Beasley-Murray neither defends the singular, nor is he against it. We want to cite their words here: Robert Writing about the Christological meaning of Jn 1: Robert explains the reason why the singular should be more ancient than the plural. According to him, there is no reason to imagine that the singular could not have existed in the primitive Church and that the evidence in the writings of the Church Fathers such as Tertullian and Iranaeus is sufficient to choose the singular reading as the most ancient one.

He does not give any importance to manu- script study, because we have no Mss older than the early third centu- ry. He defends the singular reading, referring to the grammatical and philological meaning of the text and its internal coherence with the theological thought of the Evangelist. According to him, the internal 88 I. Panimolle He interprets Jn 1: Accepting the singular reading, he writes that we can see in v.

Escaffre Ladet B. Escaffre Ladet has published an article in French dealing with the problem of whether the Gospel of John contains any refer- ence to the virginal conception of Jesus. He presents evidence for the plural and also for the singular reading of the text. He makes use of external and internal witnesses in his study.

After a detailed analysis, although he does not seem to fully accept the singular as the original, he says that Jn 1: I Lettura pastorale della Bibbia, 16 , Dehoniane, Bologna , Perrella In his article, S. Perrella presents a fine summary of the the- ological discussions regarding the virginity of Mary. Not being a Biblicist, he does not give any reasons from a text-critical point of view, but as a Mariologist he ac- cepts the proposals of I.

Serra and sees an allu- sion to the virginal conception of Jesus and the virgin birth of Jesus in this Johannine text read in the singular. Ratzinger says that we cannot discern the original reading because both the readings are equally ancient and thus have to be giv- en equal importance.

He is of the opinion that we should not choose one reading and neglect the other, because both are important to un- derstand the correlation between the mystery of the Incarnation and our participation in the divine Sonship. Ma anche se consideriamo la versione singolare Denis. We want to quote here his own words: Una parte della tradizione manoscritta legge questa frase [Gv 1, 12s] non al plurale, ma al singolare: Panthapallil Mary Panthapallil, an Indian feminine theologian, in her doc- toral dissertation,99 dedicates a full section for the text-critical problem of Jn 1.

Defending the singular form of the verb, she concludes that v. Thus, Mary is implicitly presented by the Evangelist as a virgin and at the same time a mother. John in the Prologue does not speak of the Mother of Je- sus. But certainly, the fact remains that here there is someone who has been conceived and who is born, that a woman, therefore must be implicated.

There are certain indications. In the Johannine Writings, the ao- rist participle passive use of gennan cf. Tha aorist shows an event that took place at a moment in time. Therefore John here refers to a historical event — the conception and birth of the Word made flesh. It is interesting to note that the Anglo-Roman Catho- lic ecumenical dialogue has gone to the extent of agreeing to the sin- gular reading of the controversial text of Jn 1: We want to cite here article no.

However, something of the significance of her role in salvation history may be discerned by placing her in the context of the considered theo- logical truths that the evangelist articulates in unfolding the good news of the Incarnation. These are words that could be applied to the birth of Jesus himself. Grace and hope in Christ. The text with Commentaries and Study Guide edited by D. De Fiores S. De Fiores, an eminent Mariologist, prefers the singular read- ing beacause he considers Jn 1: He agrees with various scholars who defend the singular and writes: Regarding this document, J.

The text is, in fact, ambivalent. I, Dehoniane, Bologna , ; Cfr. II, Dehoniane, Bologna , The aorist cannot be used for the regeneration of Christians. This is how he concludes his article: II y seguros que los manuscritos griegos s. Thyen In his scholarly writing on the textual problem of Jn 1: He agrees with these scholars and defends the singular reading of the text.

His argument is based on the patristic evidence and the internal coherence of the text with Johannine theology. Valentini, a Montfort Biblical scholar, in one of his recent his articles, gives a very systematic and detailed presentation of Ibid. Studi in onore di Giovanni Odasso a cura di M. Pina Scanu , Paideia Editrice, Brescia , The article has four subtitles: After having dealt with the various problems regarding its external and internal criticisms and various possibilities for the transformation of the text, he gives some interesting and objective conclusions in the last part of his article.

He is of the opinon that both the readings make sense from theological point of view; they are not alternatives but complemen- tary. Scholars staying with the plural J. Lagrange opts for the plural reading in his commentary, but presents a few possible reasons in favour of the singular reading as well. Seeing the strong triple negation found in v. Wikenhauser According to A. Wikenhauser, although there is much older evidence from the writings of the Church Fathers Justin, for example for the singular reading, it cannot be the original reading. The reasons given by him are as follows: Le Frois According to him, v.

John describes the super- natural birth of the children of God in the very same terms of the vir- gin birth of Jesus. So, the virgin birth of Jesus and the spiritual birth of the children of God have a very intimate connection. He is in favour of the plural reading for the following reasons: Since the virgin birth of Jesus was very clear from the beginning, how could the plural reading have crept into the Prologue? If some change at all took place, it should be the plural which would have been made into the singular. So, he denies the opinion of Zahn that the singular was made into the plural.

When he composed the Gospel, he should have used this verb with this same meaning. Lamarche In his article, P. Barrett Although C. Barrett accepts evgennh,qhsan as the authentic reading in his commentary, he does not rule out the possibility of an alternative interpretation of Jn 1: He makes a very interesting suggestion about the textual problem of v.

The difficulty of the text, and the early tendency to split it into a sin- gular or a plural reading derives from the intention of Jn in combining a description of the plural birth in terms of the singular. Brown, in his commentary, presents the textual problem and gives his reasons for preferring the plural reading. He presents three reasons as follows: First, both the ancient Bodmer papyri read a plural. Second, texts in the process of transmission tend to become more, not less, Christological. Is it logical to suppose that scribal tradition on such a large scale would di- lute a valuable reference to the virgin birth of Jesus if the singular were D.

Third, John and 1John never describe Jesus as hav- ing been begotten by God. Bar- rett who accepts the plural reading to be genuine, but argues that John deliberately described the baptismal rebirth of Christians in terms much more appropriate the negatives for the virgin birth of Christ himself.

In the chiastic parallel- ism of the structure of the Prologue, Jn 1: Segalla In his doctoral dissertation, defended at the Pontifical Bibli- cal Institute in , and published in , he deals with the textual problem of Jn 1: He presents the arguments in favour of the singu- lar and also in favour of the plural. Giving counter-arguments against the theories supporting the singular reading, he accepts the plural as the original reading.

He is against the conclusions drawn by J. Galot in favour of singular reading. Barth does not agree with the singular reading found in the writings of Tertullian as a proof for its originality. Bernard In spite of accepting the evidence that supports the singular reading, such as the O. Apology 1, 32; 20, 2 , J. Bernard remains with the plural reading for the following rea- sons: Cipriani deals with Jn 1: He prefers the plural for the follow- ing reasons: Clark, Edinburg, , Schnackenburg Referring to various Mss and the writings of the Church Fa- thers, the author concludes that the plural should be the original read- ing.

He says that it is not only the external evidence that proves the originality of the plural reading, but also the internal criticism. Haenchen In his commentary, he defends the plural reading, stating that the singular reading in some of the texts is the work of a redactor. He goes further to the extent of oversimplifying the problem: Buby is a biblical scholar and Mariologist. In his book, he briefly presents the text-critical problem of Jn 1: I, Crossroad, New York , But he overlooks the point that the plural ascribes birth from God to all believers, so that the Valentinians would be deforming their own doc- trine with this reading.

Tertullian is therefore an indirect witness to the antiquity of the plural in Africa, and hence the text given by all Greek MSS cannot be a late innovation. According to internal criteria, the plural reading is to be pre- ferred. It is easy to understand that an attestation of the virgin birth was sought in the Fourth Gospel at an early date, but it is hard to imagine the opposite case, that such a testimony would have been later eliminated.

The Virgin birth of Christ […] does not fit into the context, since evgennh,qh would anticipate the sub- sequent affirmation of the Incarnation v. A Commentary on the Gospel of John. Chapters , Fortress Press, Philadelphia , Then, he points out that the most ecumenical study of the text Jn 1: He accepts their opinion for the following two reasons. The manu- scripts are weighted to choose the plural. Pryor Although J. Pryor does not intend to make an exhaustive study of the textual problem of Jn 1: Swetnam He says that the primary and basic meaning of Jn 1: This birth is to be un- derstood with its reference to the blood of Christ shed by him on the Cross.

When we read Jn 1: Riti e culto, vol. In his arti- cle, his arguments follow the same ideas proposed by E.

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Moloney In his writings, F. Moloney refers to the scholars who defend the singular reading. But he is in favour of the plural reading. He says that even if he were to accept the singular reading, he would not ac- cept a Johannine indication of the virgin birth in the singular reading of John 1. Feuillet holds to the plural reading for the following rea- sons: In his complementary note, he presents the possibility of reading it in the singular.

However, his overall conclusion is in favour of the plural. Morris He is in favour of the plural reading, in spite of accepting the Latin Mss that read the text in the singular form. He does not deny the patristic evi- dence but remains against the originality of the singular reading: Blanchard According to him, the plural reading should be the original one. He is of the opinion that the plural reading explains the spir- itual birth of believers, a birth that is modelled on the Incarnation of Christ.

He says that we must take note of this duality and interconnec- tion between the spiritual birth of believers and the Incarnation of Christ.

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I, Edizioni Paoline, Torino , Bazzi According to C. Bazzi, the plural is to be preferred because it is well documented and also is coherent in its context. Ghezzi prefers the plural reading along the same lines as most modern authors because of the unanimous evidence of the Greek Mss. He accepts the theory proposed by R. Although he explains some of the arguments in favour of the singular as proposed by J. Resch up to M. The time period covered is more than a century years. This survey has helped us to go deeper into the core problem of the text.

We are able to get a clear idea of the history of the problem. We understand better how these modern scholars have dealt with this problem from various perspectives and proposed their theses. As we have seen, it is not a recent problem but this period is mentioned in the writings of Tertullian himself. He tried to solve it by accusing the Valentinians.

Such an old problem was taken up again at the close of the 19th century and the beginning of the 20th century by A. Resch , F. Blass and A. These were the pioneers among the modern scholars who defend the singular reading. Then, later on, it was studied by various others scholars too, but we do not find any consensus among them. There was an opinion that it is only the German scholars who have contributed more to this textual critical study of Jn 1: Later on, it was believed that only French scholars promoted the singular reading as the original one.

Brown also Cfr. There are also exe- getes and theologians of various other nationalities and languages who accept the singular reading of the text: Rahner from Germany, T. Gallus from Hungary, J. McHugh from England, A. Serra from Italy, A. Vicent Cernuda from Spain, M. Panthapallil from India, P. Hofrichter from Austria, etc.

Thus, we can understand that the singular reading is supported by exegetes and theologians from all over the world. Even alt- hough we have seen many other reasons proposed by the defenders of the plural reading, I think that these are the two main arguments.

The other reasons are very weak and insufficient. We also find objections to these two arguments in the writings of the defenders of the singular reading. The overwhelming number of Mss cannot be a valid reason to choose the plural to be the original reading. The quantity does not count. Secondly, we have noted in our survey that many of the scholars are of the opinion that v. Our survey helps us notice that the defenders of the singular readings are experts in various fields. They deal with the textual prob- lems from various points of view.

The singular reading is supported by experts in Church history A. Burney , exegetes of the Fourth Gospel Th. The- obald , a Biblical Mariologist A. This shows that the support- ers of the singular reading are not only Biblicists, but a number of ex- perts in various others fields have also studied this problem and sup- port the singular reading. We found only three books written by women in favour of the singular reading of the text.

There is no consensus among the scholars. We notice an on-going battle between the defenders of the singular reading and those favouring the plural reading. Segalla vehemently opposes the views and a number of conclusions proposed by J. Galot in his book. Alone of all her sex, Weiden and Nicolson, London , 16; M. Most probably, one of the reasons why women theologians, especially feminist theologians are not in favour of the singular reading could be that Jn 1. Examining the theological works written by women, especially the feminist theological writings, J.

Riestra makes the following conclusion: Resch to those of our modern time, has not reached any definite conclusion. The ideological battle and dispute over the originality of the text is still ongoing. The text-critical problem of Jn 1: Keeping this in mind, we shall carry out our research. Blass, and the textual criticism of B. This will provide us with all the available textual variants from the differ- ent sources. In the external criticism, we will examine all the im- portant Mss available to us.

And we will also examine the indirect sources the patristic evidence that deal with our text. This textual study will help us determine the original reading of the text from ex- ternal point of view. The follow- ing are some of the main reasons why we present here the critical ap- paratuses at the start of our text-critical study: Thus, the data presented below are very essential for our text-critical study.

Male edi solet natus est, cf Sab ad h. Ir int sic: De Amb ps 37 et Aug confess eandem scripturam qui et natus est agnoscendibus cf Sab; alibi uter- que vulgarem scripturam confirmat. Ad ipsum locum 8,69 in textu habet, sed in comm. Pro vol- untate tol 2 bis voluptate. Ad antiquissimos testes denuo recensuit. I, Brockhaus, Lipsiae , Itb pMss syrc, p. All Greek manuscripts, as well as the other versional and patristic witnesses, attest the plural number. Several minor variant readings occur within the verse: Several minor variant readings oc- cur within the verse: Other variants in the verse are mentioned in the following en- try.

A number of modern scholars have argued that the singular number is original. But the overwhelming agreement of all Greek manuscripts fa- vors the plural reading, which, moreover, agrees with the characteristic teaching of John. The singular number is adopted in the Jerusalem Bible , but not in the New Jerusalem Bible nor in the revision of the Jerusalem Bible. Boismard, in one of his articles, presents a long list of vari- ants. This table has been taken from P. Hofrichter and reproduced here with some mod- ifications. This table will help us understand how the text varies from one source to another.

This table will be of great help to us in carrying out the external criticism. BMV 2 [ 99] Intende qui regis Israel virili spiramine tum est ca- semine ro [ ] D and a omit oi[. Apart from these, we find reference to the plural reading in the writings of Justin, Tertullian, Clement of Alexan- dria and Hilary Vellanickal observes, the following Ancient Ecclesiastical writers mostly later than the third Century give both the readings: Clement of Alexandria, Hila- ry, Ambrosiaster, and Ambrose.

Ein katholischapostolisches Senschreiben des 2. We can al- so add Hyppolytus and Methodius of Olympus. Although they do not quote the singular text literally, they seem to have in mind the singular reading. But it is very important to note that there are some patristic witnesses who support the singular reading and these wit- nesses are much earlier than those Greek Mss. Even although these witnesses do not contain literal explicit citations of Jn 1: We will take into consideration these important witnesses for our study in the following sections.

XI, 23 ; In Lucam 11,2, fr. IX2, ; SCh 87, [fr. Their evidence is much older than the Mss that are available to us. So, let us examine how the Church Fathers have used Jn 1: Using this expression, Ignatius throws light on the divine son- ship of Jesus. In this passage, we can easily note a dominant allusion to Rom 1: Galot comments that although Rom 1: He re-interprets the text in the light of Lk 1: Is there any hint of Jn 1: Pryor does not find any hint of Jn 1: Galot strongly believes that Ignatius makes reference to Jn 1: This idea re- Ad Smyrnenses 1,1 SCh 10, The same word qe,lhma is used by Ignatius, as had been used by the Fourth Evangelist in Jn 1: Here one may raise an objection that Ignatius does not specifi- cally quote Jn 1: But it is important to note that although he does not directly quote the exact words of Jn 1.

Galot, there is no doubt that Ignatius is referring to Jn 1: In his letter to the Magnesians 8, 2 , Ignatius refers to Jn 1: Vicent Cernuda observes that the same type of vocabulary, style and structure give evidence that there is a strong parallelism between these two texts: Besides these two texts Smyrn. Vicent Cernuda examines Eph. Here is the summary of the conclu- sion he draws from his research: This idea of the virgin birth of the Logos is a reflection of Jn 1: Although Ig- natius does not directly quote Jn 1.

In both his First Apology and the Dialogue with Trypho, we find a number of references to the clear influence of Jn 1: On several occasions, the birth of Jesus is presented in terms of ouvk … avlla,. If Justin makes use of this expression to speak about the birth of Christ, the Johannine text from which he has bor- rowed this formula should have been in the singular form. In another important passage, Justin writes about the birth of Jesus, as follows: This language style is repeatedly used by Justin Martyr cfr. Dialogue 54, 2; 63, 2, 10; 76, 1 etc.

And the first power after God the Father and Lord of all is the Word, who is also the Son; and of Him we will, in what follows, relate how He took flesh and became man. For as man did not make the blood of the vine, but God, so it was hereby inti- mated that the blood should not be of human seed, but of divine power, as we have said above.

And Isaiah, another prophet, foretelling the same things in other words, spoke thus: And a star of light has arisen, and a flower has sprung from the root of Jesse—this Christ. For by the power of God He was conceived by a virgin of the seed of Jacob, who was the father of Judah, who, as we have shown, was the father of the Jews; and Jesse was His forefather according to the oracle, and He was the son of Jacob and Judah accord- ing to lineal descent.

It is almost an indirect commentary of Jn 1: This is indirect evidence for the existence of the singu- lar reading of Jn 1: Justin never specifically quotes Jn 1: Galot explains this point: Moreover, a closer examination of these Apology 1, 32, E. It is unlikely that Justin knew the plural reading of Jn 1: This is clear from the following words of Irenaeus: For they will have it, that the Word and Christ never came into this world; that the Saviour, too, never became incarnate, nor suffered, but that He descended like a dove upon the dispensational Jesus; and that, as soon as He had declared the unknown Father, He again ascended into the Pleroma.

The Gnostics distinguished be- tween the Christ and Jesus. The Ebionites saw the Christ as a man born like all others. He quotes Mt 1: Writing about the revelation that Peter received from the Fa- ther and his profession of faith Mt The same point has been elaborately explained by J. Speaking about repentance for sins and the moral requisites in order to enter into the rebirth of baptism, Clement refers to Jn 1: He quotes this verse in Stromata 2, The expres- sion evn pneu,mati is a reflection of Rom 8: The quo- tation used by Clement of Alexandria is an allusion to the plural form of Jn 1: Nevertheless, Clement speaks of the virgin birth of Jesus.

This gives us an idea that Clement would not have failed to see the virgin birth of Jesus in Jn 1: The quotation of Jn 1: Here Origen makes a distinction between two births: The English translation is mine. In Matthaeum 1, 18, fr. XI, 23 ; In Lucam 11, 2, fr. IX2, ; De orat. That is why he interprets the same verse Jn 1: If it is applicable to Christians, how much more should it be literally ap- plicable to Christ himself!

It leads us to conclude that Origen knew the text of Jn 1: We have another text to support this conclusion: The Valentinians inter- preted Jn 1: Origen underlines on the word qelh,ma and throws light on the fact that the Son was eternally generat- ed by the divine will. It is also to be noted, as J. Galot writes, that one of the first pa- tristic witnesses for the plural is Origen, because he came from a background where Gnosticism was dominant and had a considerable influence. If he had the text in the plural form, it would indi- De princ.

De resurrectione 1, 26, 1 GCS 27, It is also made clear from the expression qelh,matoj avndro,j. Hegemonius writes in his let- ter against a Manichean: Galot comments on this text in the following words: Elle indiquerait normalement une lecture de Jn 1: Thus, Hegemonius seems to have used the singular reading of Jn 1: Here is the English translation of the text: From this, it is evident that Cyril of Alexandria is convinced that the expressions used in Jn 1: Quis est ergo non ex sanguine neque ex voluntate carnis neque ex vo- luntate viri, sed ex deo natus est?

Hoc quidem capitulo ego potius utar, cum adulterators eius obduxero. Sic enim scriptum esse contendunt: Quomodo autem ita erit, cum omnes, qui credunt in nomine eius, pro communi lege generis humani ex sanguine et ex carnis et ex viri volun- tate nascantur, etiam Valentinus ipse? Adeo singulariter, ut de domino, scriptum est: This change is believed to have been made in the second century. Gnostics applied this original verse in singular to the divine birth of every spiritual person. As it was applied not only to just one spiritual person but to all the spirituals i. This textual transformation shows a certain doctri- nal influence and manipulation of the Valentinians who wanted to ap- ply this text to the spiritual birth of believers.

Also in his commentary on Isaiah, he uses the plural reading of Jn 1: De quibus et Apos- tolus loquebatur: Is enim non conditione humana editus, siquidem non ex voluntate viri, sed ex Deo natus est, mundum istum, in quo sunt regna terrarum, in nihilum rediget regnumque aliud incorruptum atque perpetuum, id est futurum saeculum, quod sanctis paratum est, confirmabit. But he uses the singular reading in his Confessions: In Joannem 2, 15 CCL 36, With some exceptions, we have a massive amount of evidence for the plural read- ing in the ancient versions such as the Latin, Syriac, Coptic, Armenian and Ethiopian.

Apart from these, we find references to the plural read- ing in the writings of Tertullian, Clement of Alexandria, Hila- ry, Ambrosiaster, Ambrose and Augustine The following versions read Jn 1: Besides these, the writings of the Church Fathers such as Ignatius of Antioch, Jus- tin Martyr, Irenaeus, Origen, Cyril of Alexandria, Tertulli- an, Ambrose, Sulpicius Servus give us evidence for the singu- lar reading being the original one.

We can also add Hyppolytus and Methodius of Olympus to this list. Although they do not literally quote the singular text, they implicitly allude to the singular reading. Schmidt dates it between and In a context where various heretical ideas were widespread, the author writes a kind of profession of faith ascribed to the Eleven after the Resurrection: This idea is a clear reflection of Jn 1: They are dated about the year Many interesting research papers and articles have been published on the importance of these two Mss.

Brown consider P66 and P75 as the most reliable evidence because they are the oldest among all the Mss that are available and thus conclude that the plural is the orig- inal reading. The writings of these two Fathers are certainly old- er than P Thus, in the face of such old writings that favour the sin- gular reading, this papyrus P66 cannot be considered as evidence to prove the originality of the plural reading. The same logic applies to P75 as well.

This lectionary is attributed to St. In this lectionary, Jn 1: It has the singular reading: The Singular as the most ancient reading All the Greek Mss in the plural form, with the exception of P66 and P , are later than the 3rd century, whereas the patristic witnesses 75 in favour of the singular reading belong to the 2nd century. Some of the earliest evidence in favour of the singular reading includes: Ad Smyrnenses 1,1 SCh 10, These wit- nesses are extremely important, because they are much earlier than the Greek Mss.

Although these witnesses for the singular reading are very few in number, compared to the a vast number of Greek Mss that have the plural reading, we rely upon them in choosing the singular as the original reading, because these witnesses are much earlier than the Greek Mss.

In making this choice, we follow the criterion that the quality of the witnesses is more important than their quantity. Geographically widespread In our study of the external evidence, we have observed that the singular reading is not only the most ancient but also the more widespread. Examining the early witnesses from geographical point of view, A. One might ask how all the Greek Mss, later than the 3rd century, uphold the plural reading. We will discuss this problem in the next paragraph. Apology 1, 32, E. Stromata 2, 13 SCh 38, In order to defend one of these two reading as the original one, we have to explain why the other reading came into existence.

If we suppose the plural to be the original reading, then why was it substi- tuted by the singular? The following are some of the possible reasons for this change from the plural to the singular: The change from the plural to the singular could have been caused by the Anti-Ebionite polemics. Ebionites believed that Jesus was conceived and born in a manner that was common to every other human being. Thus, they did not believe in the virginal conception and virgin birth of Jesus.

The singular form of the text would defend the virginal conception and the virgin birth of the Word. So, the plural would have been changed into the singular in order to fight against the belief of the Ebionites. Most probably, the copyists would have purposely made this correction in order to defend the virginal conception of Mary.

Haenchen, Burkitt , the arguments are too weak to be taken into Cfr. Congressus Internationalis Catholici de Re Biblica, vol. Galot is not in favour of this change from plural to singular. He is convinced of the originality of the singular cfr.

Risonanze. Le voci d'Appennino

Diverse sono le soluzioni proposte: Haenchen , sia per il siriaco: They do not have strong evidence or proofs for such a change and thus sound like mere ideological speculations. Now let us also examine what biblical scholars say about the possible change from singular to plural.

One of the best witnesses for this change is to be found in the writings of Tertullian. Besides this, Irenaeus accuses the Gnostics of having changed the the words of the text into the plural and its theological meaning. Even if one refuses to accept such a voluntary change of the text in spite of the witness of Tertullian, it was perfectly natural that the Gnostic thought that was prevalent in that period could have influ- enced Christians to interpret v.

Given the context, we can understand that the plural was accepted by the Christians. Vellan- ickal gives the reason why this textual transformation from the singu- lar to the plural had such great success in all the Greek Mss: The Church of Alexandria, where this change took place, had a decisive influence in the fixing up of the Greek text of the Gospel. So this change took place in a circumstance favourable to its acceptance and expansion in the whole Church of the Greek world.

And as the change was quite comfortable to the doctrine of the divine sonship of Christians men- tioned in the context, it continued to be the accepted text throughout the Centuries to this day. Vicent Cernuda also concludes that the singular is the lectio difficilior and thus the singular is the original reading: But the patristic witnesses that refer or al- lude to the singular are from the 2nd century, that is, earlier than the Greek Mss. Their writings cannot be ignored in our textual criticism; rather they have to be taken into serious consideration.

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They knew very well the belief of the early Church and how this text was interpreted. From their writings, we come to know that they were convinced that Jn 1: They quote it in the singular and must have had Greek codices or scrolls which had the singular read- ing. In the face of these 2nd century patristic writings, the Greek Mss that are later than the 3rd century lose their validity in our critical argument.

Hence the unanimity of the Greek Mss cannot be consid- ered as a valid argument to prove the originality of the the plural. And we saw that the arguments in favour of the textual trans- formation from the singular to the plural are more convincing than those in favour of the transformation from the plural to the singular. In our detailed study, we explained why and how the plural reading en- A.

Moreover, we saw that the singular was already widespread in a vast geographical area. According to the external criticism of the text, the most ancient patristic witnesses are all in favour of the singular reading. The argu- ments given above make it clear that the singular should be the origi- nal reading. So, from the point of view of external criticism, we opt for the singular reading of the text.

In other words, the internal criticism will analyse Jn 1: At the end of internal criticism, we will decide which verbal form is more Johannine and thus the original. The difficulty with oi] … evgennh,qhsan From a grammatical point of view, we note a great difficulty in determining the antecedent of the pronoun oi[. Those who read it in the plural, consider either te,kna or pisteu,ousin to be its antecedent.

But both of them create grammatical problems. In the first case, te,kna is the plural form of a neuter noun, whereas oi[ is a masculine pronoun. They cannot go together. Here we have the difficulty of a predicative clause passing over a phrase in ap- position. In the second case, seeing the present tense of pisteu,ousin, one would expect either a present or a perfect tense. The aorist plural here is unsuitable. It seems to be out of place. The same logic applies to te,kna as well. Thus the plural reading of Jn 1: The unsuitability of the tense of Denis.

The singular is more probably the original. John uses the aorist form of the verb in Jn. The aorist tense of genna,sqai in the plural form is never used by John while speaking of Christians. Whenever he wishes to speak about the spiritual birth of Christians, he always employs the perfect tense, not the aorist. Here are some exam- ples: He uses the perfect tense for believers who are reborn again through bap- tism. He intentionally uses perfect in order to indicate an actual situa- tion which is the result of a past action. But he uses the aorist form of the verb while speaking about the Incarnation of Christ, because it is a historical event of the past, which has taken place just once.

The aorist tense is used to express a precise historical event that took place at a definte point of time. Pauls, Bombay , The use of the aorist tense indi- cates that here John is speaking about the Incarnation of Christ, not about the spiritual birth of Christians. If the pronoun is singular, then the verb should also be in the singular. The plural would raise serious gram- matical problems.

We quote his words here: Con la lezione al plural avremmo questo schema: I credenti lo accolsero aoristo Cristo, diede loro il potere di diventare figli di Dio, credono presente , sono nati aoristo da Dio. Con la lezione al singolare avremmo invece: But we have the aorist tense in Jn 1: This aorist tense suggests that the singular is much more fitting in Jn 1: He then solemnly declares this great event of the Incarnation in v. That is why he us- es the conjunction kai, at the beginning of v. The conjunction kai, at the beginning of v.

The Evange- list uses this conjunction in order to connect facts closely related to each other. Thus, for example, the kai. This naturally points to a singular reading in v. Be- cause the spiritual birth of Christians and the Incarnation of Jesus are two independent ideas. On this point, R. The meaning of o;noma in v. There are two possibilities.

But according to various scholars such as M. In Jn we see o;noma applied to God and Christ. When applied to God it is always connected with the name path,r and never with the name qeo,j. Also it cannot refer to path,r here, because it is out of con- text. Hence it should refer to Christ-Logos, if we suppose a reading in the plural. It designates a role. We have proved that none of the previous verses vv.

The explanation is found only if we read v. This is more explicitly and solemnly declared in v. We can illustrate this peculiarity with the following examples: Those who are begotten by God: This distinction is confirmed in 1 Jn 5: Vel- lanickal observes this peculiarity of usage in some other texts too Jn 3: This exception seems to be all the more strange, when we see that in Jn 1: John makes use of the same verb genna,w to refer to the spiritu- al birth of Christians and also to the historical birth of Christ.

We want to present here a list of the Johannine texts where the verb genna,w has been used in different moods and tenses: Verb Mood Tense Jn 3: John al- ways uses the perfect tense for the birth of Christians except in Jn 3: Even when he uses the aorist tense in Jn 3: This is a clear indication that it is not a historical event, but rather refers to the pro- found change of life of believers. He does not use the subjunctive or in- finitive form of the verb, rather he uses either a participle or the indic- ative mood.

The use of the verb genna,w in Jn 1: In this context, we now focus our attention on v. The strong negations have to be considered and studied in the context of v. Loisy, the threefold negation found in v. Au point de vue rythmique, la strophe 1, qui finit par les mots: When we apply it to the birth of Christ, it fits well in the context which prepares the solemn declaration of the Incarnation of Christ mentioned in the following verse.

So, the context favours the singular reading of v. We will present a detailed study about the structure of the Prologue in the sec- ond part when dealing with the exegetical commentary on Jn 1: Here we are going to argue that the singular reading of Jn 1: In our study, we will adapt the concentric structure as pro- posed by M. Vellanickal and the spiral structure as proposed by I. Vellanickal, the Prologue has been composed with five decisive words.

These words determine the literary structure of the Prologue and the development of his arguments. The following are the five key words that help us find out the structure of the Pro- logue: In the following diagram, we can note how these key verbs form a parallelism and thus clarify the concentric structure of the Pro- logue. The verb evge,neto that connects v. The verb lamba,nein in vv. As observed by M.